News normativa sul CBD in Italia ed Europa: qual è la panoramica attuale, nel 2023?

Ancora oggi, nel 2023, la questione della marijuana è oggetto di discussione a causa dei dubbi e della poca chiarezza in ambito legislativo.

Ad ogni modo, un numero sempre maggiore di persone acquista canapa legale online, nel pieno rispetto della legge. Questo perché, in Italia, la marijuana a base di CBD può essere liberamente commerciata presso i rivenditori autorizzati.

Diversa è poi la questione del THC, ‘l’antagonista’ del CBD con il quale viene spesso ed erroneamente confuso.

Ma come stanno le cose nel resto del territorio europeo?

Diciamo che in alcuni Paesi permane questo senso di mancata chiarezza, mentre altre nazioni si fanno strada verso la legalizzazione della cannabis in modo plateale.

In questo articolo cercheremo dunque di approfondire, concentrandoci sui diversi Paesi UE che consentono o vietano il consumo di CBD.

In Europa è legale il CBD? Questa la situazione odierna, Paese per Paese

Nonostante tante persone lamentino la mancanza di chiarezza sullo status legale del CBD, i dati parlano chiaro: tra il 2023 e il 2032 è prevista una crescita pari al 15,3% per il mercato del cannabidiolo e pari al 31,2% per l’olio di CBD.

Ma vediamo di scendere nei dettagli e analizzare la situazione nazione per nazione.

CBD legale: questi i Paesi in cui è tollerato (e i limiti di THC previsti per legge)

Nella Repubblica Ceca, in Austria, in Francia e nel Lussemburgo è consentita la vendita di prodotti di cannabis con un quantitativo di THC non superiore allo 0,3%.

Per quanto riguarda la Francia in particolare, la notizia è davvero recente: è proprio nel 2023 che il Consiglio di Stato ha revocato il precedente divieto sul commercio delle infiorescenze di CBD (sempre con THC inferiore allo 0,3%, si intende).

Il limite di THC scende allo 0,2% per:

  • Lituania (che ha sì legalizzato il CBD, ma ne ha vietato la lavorazione e la commercializzazione);
  • Spagna;
  • Ungheria;
  • Grecia;
  • Bulgaria;
  • Irlanda;
  • Slovenia;
  • Croazia;
  • Danimarca;
  • Romania;
  • Polonia;
  • Cipro;
  • Liechtenstein;
  • Lettonia;
  • Germania.

Nel Regno Unito la coltivazione e l’utilizzo della canapa sono consentiti, ma né in questo Paese né in Svezia i prodotti di CBD possono contenere lo psicotropo THC.

Invece, in Estonia e in Finlandia è possibile commercializzare il cannabidiolo se si dispone di un permesso particolare; stessa situazione per Malta.

La percentuale di THC sale nei Paesi Bassi: qui l’uso ricreativo di marijuana è depenalizzato, ma consumo e vendita sono consentiti esclusivamente presso i coffee shop autorizzati. Il quantitativo di THC tollerato non deve superare lo 0,5%.

In Italia invece esiste un ‘range di tollerabilità’ per i coltivatori autorizzati, e va dallo 0,2% allo 0,6%, secondo quanto disciplinato dalla legge 242 del 2016.

Per concludere, la Svizzera autorizza il consumo di prodotti CBD, purché non si ecceda il limite di THC dell’1%.

Questo è quanto – salvo modifiche future – per i Paesi UE ‘pro cannabis’. Diamo ora un’occhiata a quelli in cui il suo consumo è proibito.

CBD illegale: l’elenco completo dei Paesi in cui non si possono consumare prodotti al cannabidiolo

Salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, questi sono le nazioni in cui l’uso di cannabidiolo è severamente vietato: Bosnia ed Erzegovina, Andorra, Montenegro, Serbia, Slovacchia, Moldavia, Armenia, Bielorussia, Albania, Monaco, Ucraina.

Infine, concentriamoci su tutti quei Paesi dell’Unione Europea in cui c’è ancora poca chiarezza in merito alla faccenda.

CBD legale: sì o no? Questi i Paesi in cui il quadro normativo non è ancora chiaro

In Georgia la questione è un pochino più complessa ma, per farla breve, diciamo che la coltura e la commercializzazione di marijuana sono considerate illegali, mentre il possesso e il consumo sono consentiti per legge.

Invece, in Portogallo, Norvegia, Belgio e nella Macedonia del Nord i prodotti contenenti CBD e THC possono essere reperiti esclusivamente con una prescrizione medica.

Ma se ci spostiamo al di fuori dell’Europa vediamo che il quadro non è comunque chiaro e che i cambiamenti repentini sono dietro l’angolo.

Un esempio? Recentemente, Hong Kong ha vietato la detenzione e l’uso di prodotti di CBD: chi venisse trovato a trasgredire le regole rischierebbe 7 anni di reclusione e una sanzione di circa 120 mila euro. Pena l’ergastolo per chi, invece, prova a produrre, esportare o importare il CBD.

Questo, ovviamente, ha acceso un campanello d’allarme anche per i viaggiatori, i quali sono stati caldamente invitati dal governo cinese a non effettuare acquisti del genere.

Conclusioni

Riassumendo brevemente, il cannabidiolo o CBD è il cannabinoide oggetto di discussione per molti governi, e questo articolo ha cercato sinteticamente di mettere luce sulla questione.

Nonostante sia stato riconosciuto che il CBD non è una sostanza psicotropa, e quindi è incapace di provocare dipendenza in chi lo assume, sono tante le nazioni in cui il suo consumo è severamente vietato, come abbiamo visto.

Fortunatamente per il mercato della cannabis light però, ci sono altrettanti Paesi in cui è possibile acquistarlo legalmente, e l’Italia è uno di questi. Infatti, sempre più persone decidono di rivolgersi ai rivenditori autorizzati come Justbob, il portale di riferimento del settore e del quale si sta facendo un gran parlare.

Non perderti i migliori consigli:

Lascia un commento