Claude Monet, riconosciuto come il massimo esponente della corrente impressionista, aveva origine assai umili, ma mostrò fin da subito una predisposizione alla pittura. Grazie ad una sua ricca zia, poté recarsi a Parigi per frequentare una scuola d’arte. Monet però non frequentò mai i corsi in maniera regolare, ma piuttosto entrò in contatto con gli ambienti artistici vicino a Édouard Manet. Svolse il servizio militare in Algeri: qui rimase dalla varietà e bellezza dei colori dei paesaggi Africani, accrescendone la passione per la natura. Monet continuò a preferire uno stile di pittura autonomo rispetto a quelli che erano i canoni accademici e si dedicò assiduamente allo studio e alla sperimentazione della luce nelle sue rappresentazioni artistiche. Fu questo un periodo difficile per Monet, che dovette affrontare una condizione economica difficile e una serie di delusioni nel suo campo. In seguito alla sua ultima esposizione al Salon però, la sua sorte cambiò in quanto divenne il maggior esponente impressionista. Intorno alla sua casa a Giverny fece costruire un rigoglioso giardino, composto da un’accurata selezione di piante, in modo che in ogni periodo dell’anno vi fosse un’interessante scena da rappresentare. La sua stessa casa, ampia ma modesta, diventò un luogo di ritiro dove studiare su innumerevoli libri di botanica.
Arte
Maja vestida e Maja desnuda – Francisco Goya
Le due tele con la Maja vestida e desnuda sono tra le più celebri di Goya.
Ritratto della Duchessa d’Alba – Francisco Goya
Nel ritratto della Duchessa d’Alba, Goya ritrae a dimensioni pressocchè naturali Maria Teresa Cayetana de Silva, celebre allora per essere una delle più affascinanti e nobili dame di spagna, tanto che si pensa Goya ne fosse segretamente innamorato.
Il pittore la rappresenta in austeri abiti vedovili, alta e severa, si trova in piedi in mezzo
La grande odalisca – Jean-Auguste-Dominique Ingres
Ne la “grande odalisca”, Ingres crea un clima intimo e conturbante, con leggere contaminazioni romantiche per il gusto esotico, anche se quest’ultimo non è studiato dal pittore, ma risulta solo l’espressione di una tendenza.Gli oggetti orientalizzanti, ovvero il bruciatore di profumi e la pipa, sono presenze d’occasione, mentre il turbante e il gioiello che orna la testa della fanciulla sono presi dalla Fornarina di Raffaello.
Il sogno di Ossian – Jean-Auguste-Dominique Ingres
Nel “sogno di Ossian” Ingres ripropone il tema dell’evocazione. Il bardo addormentato, riverso sulla propria arpa, è colto nell’atto di sognare.
I personaggi del sogno, che usualmente popolano le sue ballate, prendono forma sopra di lui. Si tratta di figura in chiaroscuro, quasi monocrome. Esse poggiano su delle nuvole quasi di stucco e, mentre a sinistra il blocco è compatto e vi sono le pose più
L’apoteosi di Omero – Jean-Auguste-Dominique Ingres
Nell’ “apoteosi di Omero” abbiamo il massimo esempio della concezione Neoclassica del pittore francese. Di grande solennità e magniloquenza, l’affollata composizione ricorda la raffaellesca Scuola d’Atene.
Davanti alla facciata di un tempio ionico esastilo, su un piedistallo siede Omero, incoronato dalla Vittoria. Sedute sotto di lui si trovano le personificazioni dell’Illiade e dell’Odissea, il cui aspetto è stato desunto dalle sibille michelangesche della cappella sistina.
La morte di Marat – Jaques Louis David
Nella “morte di Marat”, David rappresenta la scena successiva all’omicidio di Marat, presidente del club dei Giacobini e membro della Convenzione, assassinato dalla nobile Marie-Anne-Charlotte de Corday d’Armont.
Nel dipinto non compaiono tutti gli elementi che in realtà caratterizzavano quel luogo. Alla parete vi erano appese una cartina della Francia e delle pistole. Il cesto che
Giuramento degli Orazi – Jaques-Louis David
Il “Giuramento degli Orazi” fu commissionato dal re di Francia ed esposto al “Salon”, esposizione di opere di artisti contemporanei che si teneva periodicamente a Parigi.Il soggetto è scelto dalla storia della Roma monarchica, sotto il regno si Tullo Ostilio. I tre fratelli Orazio affrontarono i tre fratelli Curiazi, per risolvere la contesa tra Roma e la
Amore e Psiche – Canova
In “Amore e Psiche che si abbracciano”, Canova ha ripreso la favola narrata nel romanzo “L’asino d’oro” di Lucio Apuleio. Amore rianima Psiche svenuta in quanto, nonstante gli ordini di Venere, ha aperto un vaso proveniente dall’Ade.