La “Vocazione di San Matteo” è stata commissionata a Caravaggio per la Cappella Cantarelli, della chiesa di San Luigi dei Francesi. Il dipinto raffigura il momento in cui Gesù sceglie il gabelliere Matteo come suo Apostolo.
La scena si svolge in un ambiene scuro e spoglio. Sulla destra vi è Cristo che, con il braccio destro teso, indica Matteo. San Pietro ribadisce il gesto del suo Maestro indicando a sua volta il futuro Apostolo. Matteo è ritratto con un espressione di sorpresa e stupore, reagisce istintivamente indicandosi, per essere sicuro di ciò che sta accadendo. Dei suoi quattro compari, solo due si girano verso il Salvatore, mentre gli altri due continuano imperterriti a contare i loro danari. Si viene quindi a formare un intricato gioco di sguardi. Questa è un evidente simbolismo Caravaggesco: esso sottolinea come la chiamata di Dio sia rivolta a tutti gli uomini, ma resta da scegliere a loro se accoglierla o meno, e quindi salvarsi o essere dannati.
La vera protagonistà e però la luce: essa proviene da destra, dall’apertura da cui probabilmente è entrato Gesù. Essa squarcia la penombra ed evidenzia la povertà e lo squallore dell’ambiente. Questa luce ha però anche una funzione simbolica: essa rappresenta la grazia divina, infatti essa illumina le spalle di Cristo e viaggia quasi parallela al braccio teso del Salvatore.
Risulta evidente lo stile caravaggesco, che si può riscontrare nel realismo dei caratteri, della postura e negli abiti dei personaggi. Essa infatti sembra una “scena di genere” più che una rappresentazione di carattere religioso: infatti l’aureola sulla testa di Gesù è quasi impercettibile ed è stata aggiunti in tempi successivi, per compiacere un committente insoddisfatto dall’eccessiva laicità del dipinto.