Analisi della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, la cui costruzione venne affidata a Brunelleschi da Averàrdo de Medici.
La Sagrestia è un ambiente a cui si accede dal braccio sinistro del transetto della Basilica di San Lorenzo, ed è composto da un ambiente pressocchè cubico operto da una cupola ombrelliforme. Tale cupola è raccordata da quattro pennacchi sferici alle murature sottostanti ed ha dodici aperture circolari, una per ogni vela, ed è rafforzata da dodici nervature. Le nervature sono solo la parte in vista di lame murarie dall’intradosso ad arco di circonferenza e l’estradosso rettilineo e inclinato, al pari di un arco rampante. Tra due lame si imposta, infine, delle volte unghiate che seguono una doppia curvatura: quella delle nervature e quelle dei muri verticali del tamburo.
Esternamente la cupola è coperta da una superficie tronco conica, rivestita di squame di laterizio. Alla sommità si imposta una lanterna, sostenuta da sei colonnine, coronata da un cupoline convesso-concavo percorso da scanalature che si avvolgono ad elica.
Sul lato opposto all’ingresso si apre una scarsella, ovvero un abside, generalmente di piccole dimensioni, e solitamente a pianta rettangolare o quadrata (in questo caso quadrata). Essa è ottenuta dalla sovrapposizione di due volumi cubici uguali ed è coperta da una cupoletta sferica su pennacchi con decorazioni a conchiglia. La cupoletta è affrescata a imitazione di un cielo stellato recante le figurazioni dello zoodiaco. Per questo la corince alla base della cupola sembra un velo arrotolato: in questo modo la copertura perde illusoriamente consistenza, come se fosse , semplicemente spostando il velo di copertura. Le pareti della Sagrestia sono scandite da paraste, dalla trabeazione e da archi in pietra serena, che risaltano contro il bianco dell’intonaco nudo.