Le impronte genetiche – biotecnologie

Le impronte genetiche

Ogni genoma ha una differente disposizione delle basi del DNA, per cui uno stesso enzima di restrizione, utilizzato su genomi differenti, genera frammenti di lunghezze variabili. Questo fenomeno è detto polimorfismo della lunghezza dei frammenti di restrizione o RFLP (“riflip”).

I frammenti di restrizione possono essere separati all’interno di un gel, generalmente agar, mediante elettroforesi. Ovvero, applicando un campo un catodo e un anodo al gel, essendo gli acidi nucleici parzialmente carichi negativamente, essi tenderanno verso il catodo. I frammenti più lunghi si muovono più lentamente dei frammenti più corti; così essi si dispongono a bande, raggruppandosi per lunghezza, che possono essere individuate previa colorazione con una sostanza fluorescente o marcatura con isotopi. Queste bande vanno a costituire una mappa genetica.

Il numero di ripetizione delle bande varia da persona a persona, a causa della variabilità causata dalla RFLP. Esse rappresentano la variabilità genica che c’è da individuo ad individuo. Un figlio eredita dai genitori parte delle bande parterne e parte delle materne. Alcune bande sono comuni, essendo il DNA di una specie uguale per molti individui appartenente ad essa, mentre le bande differenti indicano la specificità genetica.

A vantaggio dell’impronta digitale, l’impronta genetica si può facilmente ottenere a partire da piccole quantità di tessuto organico

Possibili usi:

  • allevamento: stabilire le filiazioni e confermare il pedigree
  • medicina legale: innocenza e colpevolezza dell’imputato
  • ricerca della paternità: confrontando le impronte genetiche
  • identificazione delle vittime
  • analisi di reperti fossili
  • profili genetici di popolazioni
  • trapianti
  • studio evolutivo
  • marcatori per la localizzazione dei geni di malattie ereditarie: localizzato il gene, si può diagnosticare la malattia al feto e provvedere con una terapia genica.

La precisione dipende da diversi fattori, quali la considerazione di più RFLP ed il metodo di recupero del materiale. Difficile però che essa possa soppiantare le impronte digitali, in quanto queste ultime sono sicuramente uniche per ogni individuo

La preparazione dell’impronta genetica inizia con l’estrazione del DNA dal campione, segue l’amplificazione mediante PCR, il taglio del DNA in frammenti con un enzima di restrizione, quindi la marcatura dei frammenti, per terminare con l’elettroforesi e la successiva analisi del risultato.

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