Un giorno, mentre stavamo filosofando sulle solite domande esistenziali, siamo arrivati a discutere su cosa fosse più importante nella vita. C’era chi superficialmente diceva che la cosa più importante era possedere ricchezze, chi sosteneva fossero i piaceri, chi riteneva invece che lo fosse il lavoro. Una buona parte sosteneva che nulla fosse più importante dell’amore, giustificando ciò con proprie tesi ed esempi. Le mie convinzioni non differivano molto da questi pensieri.
Anche se non sembrava, tutte queste idee erano abbastanza superficiali/banali. Molti dettagli della vita si erano trascurati, ma riassumendo brevemente, una cosa che nessuno aveva pensato, era ciò che la vita non ti insegna, ovvero conoscere se stessi.
Questo era ciò che sosteneva Socrate:
“Conosci te stesso e non presumere di essere di più.”
Socrate esortava a non cadere negli eccessi, a non offendere la divinità pretendendo di essere come il dio. Del resto tutta la tradizione antica mostra come l’ideale del saggio, colui che possiede la sophrosyne (“saggezza”), sia quello di conseguire la moderazione e di rifuggire il suo opposto: la tracotanza e la superbia (ὕβρις, Hýbris).
Il motto «Conosci te stesso», risalente alla tradizione religiosa di Delfi, voleva significare, la caratteristica dell’antica sapienza greca: quella dei sette sapienti. Il significato originario, era quello di far riflettere su quali fossero i propri limiti invalicabili; era dunque una esortazione a non cadere negli eccessi, a non offendere la divinità pretendendo di essere come il dio. Del resto tutta la tradizione antica propone un ideale del saggio basata sulla moderazione, e che tenta di rifuggere il suo contrario, ovvero la superbia e l’arroganza.
Io non sono convinto che Socrate abbia completamente ragione, ma concordo con lui sul fatto che si debba cercare di essere moderati in tutto ciò che si fa.