Il Piccolo Principe – L’Ispirazione Che Non Ti Aspetti (Prima Parte)

Quello che a prima vista sembrerebbe una favola per bambini cela in realtà concetti molto profondi e per niente banali. In questa prima parte analizziamo insieme i retroscena di questa famosa novella e ne facciamo un piccolo sunto.

Copertina Libro - Il Piccolo Principe

Il Piccolo Principe – I Retroscena

Una storia affascinante e anche profondamente filosofica. Il Piccolo Principe è una novella pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1943, poi in Francia nel 1946. Oggi un fenomeno editoriale, chiunque potrebbe tranquillamente dire che Il Piccolo Principe sia uno dei testi francesi più letti e apprezzati di sempre.

L’aviatore Saint-Exupéry ha iniziato a scrivere Il Piccolo Principe nel 1940, dopo aver volato in Francia nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale. Ha unito la sua esperienza con la sua abilità creativa per narrare una storia veramente unica ed universale. Infatti, lui e il suo co-pilota si schiantarono nel Sahara nel 1935 cercando di stabilire un record di velocità. Sopravvissero a fatica: stavano morendo di fame, erano disidratati e avevano allucinazioni quando un beduino li trovò e li aiutò.

Ciò che Saint-Exupéry vide e provò nel deserto fu di ispirazione per la scrittura de Il Piccolo Principe.

Saint-Exupéry lavorò sulla novella durante il 1942. La prima versione superava le 30.000 parole e dovette subire un laborioso ridimensionamento. Quando giunse il momento di illustrare il suo libro, lui decise di fare da sé i disegni e così diede vita ad un mondo che era allo stesso tempo unico e riconoscibile da tutti.

Il lavoro ebbe inizialmente un successo moderato, ma la sua fama crebbe esponenzialmente. Il Piccolo Principe è adesso uno dei lavori più tradotti della storia: è stato tradotto in oltre 300 lingue e ha venduto più di 140 milioni di copie.

Il Piccolo Principe – “Piccolo Riassunto” Della Storia

Il narratore, un pilota, fa un atterraggio di emergenza con il suo aereo nel Deserto del Sahara. Mentre cerca di riparare il motore del suo aereo, un ragazzino appare dal nulla e gli chiede di disegnare una pecora. Il pilota apprende che questo “piccolo principe” viene dal lontano Asteroide B-612, dove ha lasciato una rosa e tre vulcani.

Il bene più prezioso del principe era la rosa, ma il suo modo di fare, volubile e tempestoso, lo stancò e decise di lasciare il piccolo pianeta. Con sua sorpresa, il fiore era visibilmente triste nel vederlo andare, ma lei lo incitò comunque a partire per il suo viaggio.

Prima di arrivare sulla Terra, il principe aveva visitato altri pianeti e conosciuto alcuni strani individui: un re, un uomo perso, un ubriacone, un semaforo e un geografo. Su suggerimento del geografo, decise di visitare la Terra ma cadde sul Deserto del Sahara. Non trovò amici qui, ma un serpente gli disse che se mai avesse avuto bisogno di tornare al suo pianeta natale, si sarebbe potuto servire del suo morso.

Il principe conobbe inoltre una volpe che gli spiegò che per conoscere gli altri dobbiamo prima “addomesticarli”; questo è quello che rende le cose e le persone uniche.

“L’essenziale è invisibile agli occhi.”

Disse la volpe

Il narratore cresce con amore e cura il piccolo ragazzino, pensando a come sembra fragile, anche se adotta un aria seriosa. Lui e il ragazzino trovano un pozzo e ci si abbeverano. Più tardi, quando il pilota sta per dire gioiosamente al ragazzino che di aver aggiustato il motore, scopre che il Piccolo Principe sta parlando con un serpente giallo a proposito di veleno. Il piano per il principe è di riunirsi con la rosa, ed il narratore rimane devastato nell’apprendere questa notizia.

Tuttavia, il ragazzo lascia che il serpente lo morda e cade nella sabbia. Il narratore non riesce a trovare il suo corpo il giorno dopo, e spera quindi che il ragazzo non sia morto.

Il narratore ritorna alla sua vita ma continua a ricordare il principe e spera un giorno ritorni da lui. Chiede quindi ai lettori di fargli sapere se hanno mai incontrato il principe.

Nella seconda parte dell’articolo…

Vedremo assieme i concetti presenti in questo libro. Concetti per niente banali, dal profondo significato, oserei dire “quasi filosofici”.

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