La “Galleria di Palazzo Farnese” fu affrescato da Annibale Carracci su commissione del cardinale Orlando Farnese. Il ciclo pittorico, il più importante della carriera di Annibale, è di carattere mitologico ed aveva come soggetto gli “Amori degli dei”.
Sulla volta a botte della galleria Annibale crea l’illusione di nove dipinti appesi, con le loro suontose conici. Retrostanti a essi è raffigurata una struttura architettonica aperta al cielo, incorniciata da statue e medaglioni. Quest’opera appare così reale e suggestiva che diventa il punto di riferimento per la successiva arte barocca.
Al centro è raffigurato il “Trionfo di Bacco e Arianna”, che rappresenta il corteo nuziale di Bacco e Arianna. I due personaggi principali avanzano su carri trainati rispettivamente da tigri e arieti bianchi. Essi sono contornati da una moltitudine di satiri e menadi, che danzano a ritmo di tamburelli, piatti e corni. In testa alla carovana vi è il vecchio Sileno, noto satiro particolarmente devoto a bacco, è tanto saggio quanto brutto. Infine tutt’intorno vi sono putti e amorini, che svolazzano affaccendati, simboli di grazia e spensieratezza.
In questa raffigurazione convivono sia l’equilibrata raffigurazione classica, che la sfarzosità del barocco, che si esprime nelle prospettiche fantastiche e negli spazi illusori. Il classicismo viene èerò contraddetto dalla rappresentazioni dei corpi dei vari personaggi: infatti l’artista preferisce una rappresentazione più sensuale del reale a una più idealizzata e statica. Il realismo però non ha il sopravvento, in quanto è stato fatto un attento studio preliminare così rigido da togliere ogni spontaneità: in totale sono stati fatti mille tra bozzetti, cartoni e disegni.