L’ “Ebe” di Canova fu riprodotta quattro volte. Noi prenderemo in esempio il secondo in ordine di tempo.
La divinità femminile è sostenuta da una nuvola, il suo busto è nudo, la parte inferiore p coperta da un velo dalle mille pieghe che aderisce alle forme della dea.
Il chiaroscuro è più accentuato lateralmente, nel groviglio della veste. Tutto in Ebe tende alla grazia: il giovane corpo proteso in avanti, l’ovale perfetto del suo volto, incorniciato dai riccioli dei capelli raccolti da un diadema, la delicatezza con cui tiene l’anfora e la coppa.
Dopo l’esecuzione del primo eseplare, Canova fu criticato per l’inespressività del volto, ma l’artista ribadisce che era ciò che la caratterizzava come una dea, in modo da non sembrare una semplice baccante.