MOTTETTO DEL ‘500
Elaborazione polifonica per un coro a cappella su testo sacro in latino. Costituito da una forma aperta( formata da episodi che si susseguono) caratterizzata dalle tecniche del contrappunto imitativo e omoritmico. Il primo e l’ultimo episodio sono in tonalità d’impianto mentre gli altri episodi, generalmente, modulano ad altre tonalità. Il mottetto termina con la chiusa, ovvero la ripetizione dell’ultimo episodio con leggere varianti.
MADRIGALE DEL ‘500
Elaborazione polifonica per solisti a 5 voci sia a cappella che con semplice accompagnamento strumentale affidato ad un liuto o clavicembalo che raddoppiano il basso. Il testo è poetico italiano ed i principali poeti prescelti erano Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Tasso ecc. La forma corrisponde a quella aperta con episodi che si susseguono. La particolarità del Madrigale consiste nel poter usare la struttura musicale per evidenziare i contenuti poetici , “sposando” il testo del poeta. Questa musica veniva definita “reservata”; ovvero per intenditori colti. Il percorso evolutivo del Madrigale si può dividere in tre periodi principali:
1 Periodo ( 1530 – 1540)
In questo periodo prevale la scrittura omoritmica a 4 voci. Un esponente di tale periodo è rappresentato da Costanzo Festa.
2 Periodo ( 1540 – 1570)
Periodo caratterizzato dall’utilizzo delle “note negre”(nere) quali la semiminima e croma e del tempo “comune” (C) al posto del tempo “alla breve”. Viene utilizzata una scrittura omoritmica imitativa con 5 voci. In Italia nascono i madrigali spirituali su testo sacro in latino. Esponente: Giachet de Wert.
3 Periodo ( 1570 in poi)
Caratterizzato dalla totale adesione al testo poetico con l’applicazione della tecnica della “sillabazione delle crome” ed impiego generalizzato dei madrigalismi. Nascono i madrigali drammatici, dialogici e rappresentativi che si distaccano dai temi sacri raccontando temi più semplici quali i “canti carnescialeschi” , caricature dei personaggi , scene fra amanti ecc. Esponenti: Gesualdo, Monteverdi.