In “Amore e Psiche che si abbracciano”, Canova ha ripreso la favola narrata nel romanzo “L’asino d’oro” di Lucio Apuleio. Amore rianima Psiche svenuta in quanto, nonstante gli ordini di Venere, ha aperto un vaso proveniente dall’Ade.
Canova ha fermato nel marmo un attimo che rimane sospeso: i due giovani corpi sono in tensione e si sfiorano appena con sottile erotismo. I due giovani si contemplano intensamente l’uno il volto dell’altro, l’atteggiamento dei corpi pressuppone un bacio imminente
Solo la visione frontale permette di fermare un immagine significativa del gruppo statuario, in quanto permette di cogliere la geometria compositiva lineare formata da due archi che si intersecano (il corpo leggermente sollevato e in torsione di Psiche, la gamba destra e le ali tese di Amore, il quale abbraccia la fanciulla sfiorandole i seni). Due cerchi intrecciati, passando per le braccia dei giovani, sottolineano il punto di intersezione degli archi.
La visione frontale non esaurisce completamente la visione completa dell’opera: girandovi attorno, i rapporti tra i due corpi variano continuamente, modificando la visione dell’opera.